sabato 1 ottobre 2016

Alcest - Kodama: la perfezione della musica onirica

(Recensione di Kodama degli Alcest)


Per fortuna siamo essere poetici. Per fortuna la nostra vita non si basa soltanto nel soddisfare i nostri bisogni primari ed assecondare il nostro istinto. E' la poetica, l'immaginazione e la capacità di creare dei mondi diversi a quelli che viviamo quello che ci spinge a vivere. Facciamo dei sogni per inseguirli.

Neige degli Alcest lo sa bene. Sa che la musica è il veicolo per abbracciare i sogni, per dipingere con le note il mondo che vorrebbe e che lega tanto ai suoi ricordi d'infanzia. Sa, anche, che non è l'unico a pensarla così ed è abile a pescare nella cultura gli elementi che arricchiscono il suo discorso musicale. Per quello questo Kodama, quinto disco degli Alcest, guarda verso il Giappone e le concezioni oniriche che il paese del sole nascente sa regalare. 
Il fascino di quest'esercizio sta nella traduzione degli stimoli, nel modo di dare una concretezza alle influenze ed idee. E' affascinante perché fate queste premesse si potrebbe pensare che la musica degli Alcest sia luminosa ed usufruibile con facilità da qualsiasi ascoltatore, e nel caso di questo Kodama che abbia riferimenti troppo marcati della cultura orientale. Invece non è così. La magia di questo duetto francese sta nella capacità di rielaborare tutto quanto in un loro linguaggio proprio dove la luce viene messa in evidenza dalle ombre, dove la bellezza è forza creando un muro sonoro che difficilmente lascia l'ascoltatore indifferente. 



Kodama veniva annunciato come un disco che avrebbe marcato un ritorno alle radici black della band, abbracciando più significativamente il genere del quale sono precursori, cioè il blackgaze. Sarebbe riduttivo pensare che questo lavoro si chiude in quella definizione. Il ventaglio di elementi musicali che vengono messi in gioco è complesso e molto interessante. Kodama è un disco di sfumature, di momenti di grande potenza melodica e di altri di ritmi ricercati e trascinanti. E' un disco che usa l'oscurità come esaltazione dell'onirico. E' un disco che dovrebbe essere un manifesto di come si suona la chitarra nel 2000, di come la creazione di trame sonore è la priorità e non l'esercizio virtuoso mirato a dimostrare quanto bravo si è. Ma non è un disco di sola chitarra, la batteria è impeccabile, motore trascinante delle progressioni lunghissime dei brani. La voce completa questo tritico perfetto essendo quasi uno strumento in più. Il trattamento sonoro che subisce e le variazioni tra voce pulita e growl accentuano le diverse parti dei brani. Tutt'altro che il classico concetto di pop dove la voce deve stare sopra a tutto il resto gerarchizzando in modo sbagliato la funzione della musica. Gli Alcest sanno perfettamente che la parte strumentale può parlare molto di più delle parole, per quello vanno ricorso alla voce quando è necessario senza mai enfatizzarla ma neanche diminuirla. 

I kodama sono degli spiriti che risiedono negli alberi e si ritiene che vederli sia di buon auspicio, la musica di questo lavoro è perfettamente paragonabile. E' energica e positiva, e questo punto potrebbe sembrare contraddittorio perché l'aria nostalgica che si sente deve essere associata alla capacità di sognare e di evadere con la mente e non associata ad un pensiero negativo. Ma non solo, Kodama è spettrale, viene costruito su linee di chitarre evocative, nella miglio tradizione del post rock, ed è, soprattutto, onirica. Ascoltare questo lavoro è viaggiare, è andare altrove con la mente, è partire alla ricerca di un nostro proprio kodama.



La title track è una canzone che permette perfettamente di capire cosa costruisce questo disco. Nei suoi oltre 9 minuti di durata gli Alcest ci regalano delle progressioni complesse, sorprendenti ed intelligenti. Riescono a ricreare una trama inaspettata che cambia spesso.
Un altro brano che merita un ascolto approfondito, anche se, come nel caso di tanti dischi recensiti, tutto il disco merita reiterati ascolti, è Oiseaux de Proie. Bellissimo il titolo, bellissimo il brano che veramente porta a pensare al volo di un rapace pronto a interrompere il suo volo maestoso con una discesa in picchiata finalizzata nella cattura della propria preda. Il brano è proprio quello, è l'aria che con le sue correnti permette il volo, è l'osservazione, è la forza fisica di tanta destrezza, è il premio.



In tutta onestà devo dire che ci sono dischi che mi fanno innamorare sin dal primo ascolto, e poi ci sono altri che mi conquistano piano piano ma che sono molto più letali. Kodama appartiene alla seconda categoria. Ad ogni play l'infatuamento è maggiore progettandomi dentro al mondo costruito dagli Alcest. E' un disco senza pecche che, al contrario, sorprende per l'immensa capacità di ricreare musicalmente un mondo sonoro complesso ma soprattutto coerente. E' un disco che porta a chiedersi: ma come fanno? Perché al di là della complessità c'è una profonda naturalità. E' bello vivere nel sogno.

Voto 9/10
Alcest - Kodama 
Prophecy Poductions
Uscita 30.09.2016

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