venerdì 21 ottobre 2016

SVIN - Missionær: senza limiti è più bello

(Recensione di Missionær degli SVIN)


Pensate ad un viaggio. Non qualsiasi ma a quello che vi ha lasciato una traccia profonda che vi ha portato a prendere decisioni importanti sulla vostra vita. Pensate a quella volta che avete vissuto immersi in una cultura assolutamente diversa dalla vostra cercando di decifrare le parole declamate in lingua locale, e anche se capivate nulla o poco eravate felicissimi. Questa è la magia del viaggio e per quello tutte le persone dovrebbero viaggiare, sempre e spesso. Perché viaggiare è ritrovarsi.

I danesi degli SVIN forse non sono stati così segnati dal loro viaggio in Islanda per registrare questo Missionær ma è indubbio che il paese dei vulcani ed i geyser ha avuto una fortissima influenza sulla band. Il viaggio non è stato casuale ma aveva come obbiettivo quello di recarsi agli studi dei Sigur Rós per dare vita al loro quarto disco. L'influenza del paese nordico è tangibile nelle infinite immagini che suggerisce questo nuovo lavoro. Immagini che parlano di natura infinita, di riflessi di luce nei celi eterni, dell'acqua che non si stanca mai di scorrere. Questo è uno di quei lavori che non meritano assolutamente di essere circoscritti a qualche genere perché "l'appartenenza" è l'ultima delle preoccupazioni. Il motore che muove i musicisti degli SVIN è la capacità di dipingere con la loro propria musica.



Posso definire questo Missionær come un disco sperimentale, difficile per l'ascoltatore medio. Un disco che non disdegna assolutamente l'utilizzo del drone e dell'abstract rock ricreando degli ambienti sonori complessi ma assolutamente coinvolgenti, intensi e disarmanti. E' difficile entrarci, ma se capiti dentro vieni travolto e non vuoi più uscire. Ma questo lavoro degli SVIN è anche altro, perché insieme agli elementi prima descritti, che potrebbero sembrare questo disco un lavoro per un pubblico molto specifico, troviamo degli elementi pescati dal jazz, un superbo utilizzo del sax, e dall'ambient noise. Chitarre sporche, acide e rumorose. Batterie martellanti. Bassi monocordi che aggiungono solo profondità. Insomma un insieme stranissimo che regala un pathos impressionante. Missionær è un disco cucito a strati dove l'elettronica e gli strumenti analogici dialogano quasi sfidandosi regalando delle tracce di un'originalità unica. E' curioso che in certi momenti gli SVIN riescano a ricordare la parte più sperimentale dei King Crimson senza la pretesa progressiva. Un altro gruppo che mi viene in mente ascoltando questo Missionær è The Knife  di Shaking the Habitual che si prestava a certe sperimentazioni strumentale tutt'altro che scontate. 

Missionær è un disco che inquieta e meraviglia. E' un disco che passa dal rumore assordante, al noir jazzistico per poi portarci a cadere in un vortice psichedelico. E' un disco pieno di oscillazioni, è un bombardamento di onde sonore intriganti, è un invito a viaggiare anche se la meta non è chiara. E' un disco che non si pone alcun genere di limiti e che porta l'ascoltatore a sorprendersi scoprendo com'è stato costruito. Ripeto, però, che non è un disco per tutti e che la stra grande maggioranza degli ascoltatori "comuni" non sopporterà un ascolto troppo prolungato. Ma è chiaro che gli SVIN se ne fregano di quei ascoltatori. A loro interessa la mente aperta, curiosa e non quella preimpostata. Se voi vi trovare nella prima categoria siete fortunati.



Missionær non è un disco lineare ma, come ho raccontato prima, passeggia senza problemi tra diverse intenzioni sonore. Per quello non è semplice selezionare poche tracce che diano l'idea di questo lavoro. Dødskontainer è rumorosa, quasi punk. Færgen Ellen è un incrocio tra un brano dei Morphine ed una melodia folkloristica giapponese. V è noir e jazz. Japser è ipnotica ed inquietante. Kirkeorgelsafrikaner è un incrocio tra i King Crimson, i The Knife e Philip Glass. Per finire, Stella è cosmica e trascendentale.



Gli SVIN regalano, con questo Missionær, una prova elevatissima di qualità, di originalità e di complessità. Un disco che sta molto, ma molto avanti a tante cose sentite e risentite. E' un lavoro che traduce gli infiniti suoni della natura in musica. E come capita con la natura, solo in pochi saranno in grado di ascoltare tutto. 

Voto 9/10
SVIN - Missionær
Pony Rec
Uscita 21.10.2016

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