mercoledì 7 marzo 2018

Sol Invictus - Necropolis: amare la città dei morti

(Recensione di Necropolis dei Sol Invictus)


La relazione che si crea con qualsiasi città è una relazione tanto complessa come quella che si può creare con qualsiasi persona. Ci sono aspetti che ci fanno innamorare, dettagli che sembrano essere stati fabbricati solo per noi. C'è una geografia urbana così ricca risultarci preziosa. C'è anche la storia, pensare che sulle stesse strade si sono vissuti degli eventi che hanno segnato delle epoche intere. Ma c'è anche l'odio. L'odio generato dalla cattiva organizzazione di una città, del suo caos, della crescita esponenziale, di come la città fatica ad adattarsi ai nuovi tempi. Tutto cambia, e non sempre le città sono pronte ad affrontare questi cambiamenti. Ma, alla fine, la relazione che si crea con una città è come la relazione che si crea con una persona, ci conquistano i pregi ed accettiamo i difetti. 

E' possibile che Necropolis sia l'ultimo lavoro dei Sol Invictus. Il gruppo che ruota intorno alla figura di Tony Wakeford, regalando trent'anni di carriera dentro a un mondo complesso ed interessante come il neofolk o dark folk, si ritrova a fare un viaggio all'interno di quello che sono le caratteristiche più interessanti della vita di un uomo, cioè la relazione con la città che ti accoglie e dove vivi da parecchio tempo se non proprio da sempre. In questo caso la città in questione è Londra e lo sguardo riservato da questo disco è abbastanza negativo come lo si può già intuire dal titolo di questo lavoro.
Ma non bisogna ingannarsi ascoltando questo lavoro perché, infondo, quello che cerca di trasmettere questo insieme di tracce è un atto d'amore, profondo e viscerale.
La Londra che viene raccontata in questo disco sembra una città sospesa nel tempo. Non è semplicemente la Londra attuale ma è una città che mescola la storia col presente, una città che dà l'impressione di cadere e ricadere nei vizi che la rendevano celebre in epoche passate. Per quello il paragone col cimitero, perché sembrerebbe che questa città mascherasse la sua voglia di modernità e di futuro in un affondarsi in quello che ormai esiste da tempo. Insomma, una città dove i morti hanno anche più forza dei vivi.

Necropolis

Necropolis è un lavoro che scorre come l'acqua del Tamigi, elemento molto presente in questo intero lavoro essendo personalizzato come un serpente che attraversa Londra e che è in eterno conflitto con un ratto, possibile metafora dei tempi attuali. Scorre veloce questo disco dei Sol Invictus, perché dev'essere così, perché la successione di tracce in realtà sembra far parte di un'unica traccia principale. Questa presenza così forte di un punto di riferimento che monopolizza il racconto di questo album conferma ancora la sensazione di essere un lavoro nato da un'urgenza di comunicare, di stabilire delle metafore interessanti tutte rivolte alla stessa idea: Londra poteva essere la capitale di un impero ed invece ci ritrova a soccombere sotto al peso di questo stesso impero. 
Se a livello di contenuti questa sensazione è assolutamente evidente lo diventa ancora di più grazie alla musica. Potremmo effettivamente continuare a parlare di neo folk o di dark folk ma c'è tanto altro ancora. Questo disco è costruito in modo prezioso, è un disco che senza alcun dubbio si ancora dietro alla voce e chitarra di Wakeford ma tutto quello che si sviluppa intorno diventa ancora più ricco. Tutta la serie di strumenti acustici, il gioco delle voci femminili, curatissime e preziose, le parte recitate, l'assenza di elementi di percussione importanti e le piccole contaminazioni di chitarra elettrica sembrano essere messe in moto dalla necessità di curare ulteriormente le idee dietro a questo disco. C'è bisogno del contrasto tra il "classico" o lo "storico" ed il "moderno". Ma la cosa più interessante è che la parte classica sembra avere il sopravento su quella moderna. Come se la città fosse vittima della propria storia, di quello che ha vissuto nei secoli, precludendosi così di vivere un vero futuro.

Necropolis

La capacità di Sol Invictus in questo lavoro è quella di portarci a vedere questa Londra decadente, questa città piena di storia dove sembra essere prevalso il negativo impedendo di glorificare tutto quello che potrebbe essere stato d'aiuto per avere un presente più luminoso ed un futuro assicurato di gioia e felicità. Necropolis è il racconto di una città governata dai morti, forse  non direttamente ma per il peso della loro presenza, della loro eredità che non può essere mascherata in alcun modo, neanche dietro alla tecnologia del nuovo millennio. Per arrivare a una conclusione del genere si capisce che chi ci racconta tutto quanto a vissuto la città nella sua pelle, l'ha vista insorgere per poi stabilizzarsi in una realtà che non era quella che doveva essere.

Sol Invictus

Essendo questo un lavoro che scorre inarrestabile riuscire ad apprezzarlo nella sua integrità diventa fondamentale. Per quello anche se posso indicare l'ascolto di singole tracce il consiglio rimane quello di lasciar andare il disco dall'inizio fino alla fine, soprattutto perché musicalmente il serpente disegnato finisce per mordersi la coda. In tutti casi metto l'accento su questi brani:
Nine Elms, brano che introduce l'ascoltatore nella necropolis, dopo che questo abbia attraversato il portale che, a tutti gli effetti, lo introduce dentro alla città. E' un brano molto breve ma fa già capire qual è l'ambiente che il viaggiatore incontrerà avendo oltrepassato la porta d'ingresso.
Turn Turn Turn, quando la città dimentica degli angoli preziosi questi angoli vanno a far parte dei pochi che riescono a viverli in pieno, quei pochi che sanno guardare la bellezza e l'importanza di quei posti. Questo brano esalta proprio quelle caratteristiche, quelle capacità di abbracciare quei posti preziosi.
The Last Man, che ci fa pensare a quello che ci portiamo di qualsiasi città, i suoni, i colori, i profumi. I ricordi sono anche delle sensazioni e questo è un brano ricco di sensazioni.


Necropolis è la voce di un folle innamorato di Londra. E' un lavoro che cerca di far capire quale sono le caratteristiche della città che devono essere esaltate e con le quali bisogna costruire il futuro. Questo disco dei Sol Invictus è in un certo modo una lezione che ci mostra come dovremmo vivere i rapporti con i luoghi dove decidiamo di vivere. E' anche una lezione di come il futuro deva essere costruito considerando sempre il passato. E anche se è un disco molto critico molto spesso sembra che questa città di morti sia molto più viva di tante altre città.

Voto 9/10
Sol Invictus - Necropolis
Prophecy Productions
Uscita 23.03.2018

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